Versione e realtà

Surrealism lies at the heart of the photographic enterprise: in the very creation of a duplicate world, of a reality in the second degree.
– Susan Sontag
Ci penso spesso.
Un’ambizione, un’aspirazione quotidiana. La immagino, ricostruisco e raccolgo tasselli dei quali non so con che fedeltà ne rispecchino l’essenza.
Collego, perequo, studio, pondero, ragiono, suppongo, proietto: è tutto ciò che posso fare e così facendo volgo alla mia realtà, attraverso mutamenti e versioni continue che planano verso la meglio corrispondente; la più probabile. Decido di cavalcarla o tenerla in un limbo di prudenza, valuto la plausibilità e gli angoli bui. Ma quella è. Ed è la mia versione, trita nella mia conoscenza e macerata nel mio vissuto. Per vedere poi che resta: un costrutto di certezze e dubbi che mi riguarda e riferisce un percorso che ritorna la mia realtà. La mia versione.
All’inizio di questa quarantena pensai cosa avrebbe potuto significare per la mia fotografia. Non avrei voluto auto-impormi pressioni o resistenze e decisi di non premeditare. Nonostante i molti lavori di altri fotografi, diari di quarantena, alcuni molto intensi, presunsi che non avrei ripreso nulla.
Poi la mia versione.